3.5 Beuys educatore
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JOSEPH BEUYS TRAVALICA IL RUOLO TRADIZIONALE DI ARTISTA
In questo paragrafo si propone di definire educatore questa personalità unica nel contesto dell'arte contemporanea e non solo.


Beuys si è dedicato all’educazione da quando ha iniziato a dedicarsi all’arte. Quello che ha fatto è essenzialmente comunicare il suo pensiero di solidarietà sociale attraverso azioni concrete e simboli che egli sentiva propri perché parte della sua autobiografia. Ha ricercato sempre e comunque il confronto con l’altro in una lotta alla trasparenza dei fatti umani, politici, economici ed ecologici, per il recupero della totalità dell’ Cap. 4.1.2 individuo insieme alla natura, soggetti considerati da lui degni di dignità e rispetto.
Egli in fondo è stato più di un artista, è stato per tutti un educatore e ora anche se assente, continua ad esserlo attraverso le sue parole e le testimonianze delle persone che l’hanno incontrato, ha infatti cercato per tutta la sua esistenza di ricordare all’uomo i valori che stava perdendo galleggiando nel consumismo e nella superficialità, smuovendo la sua coscienza e rivalutando l’identità della dignità umana.
Per Beuys il gesto dell'arte è gesto pregnante ed esperienziale dell’energia che l’uomo e quindi l’artista ha in se stesso. Egli crede nella dignità dell’uomo e nella sua creatività che gli consente di modificare il mondo attorno a sé. In questo modo Cap. 5.3 l’artista acquista l’immortalità infatti: “Noi dobbiamo seminare. Sicuramente non germoglierà tutto, ma a noi basta che germogli un seme. Questo porterà degli altri frutti che produrranno degli altri semi. Se tu credi in una strada, devi ‘fare’; ci saranno mille persone che non crederanno, ne basta una, la vita è una catena aperta…” (De Domizio Durini, 1991, pag. 119)
Ciò che ci ha lasciato, è il suo pensiero di cui le opere sono solo un residuo, che riecheggia dentro di noi come una speranza di cambiamento e come incoraggiamento per chi lavora nel sociale.
Questi concetti mi riportano all’importanza del Cap. 6.2 ruolo dell’educatore, il quale impiega se stesso, la propria storia e i propri valori nella relazione, investendo quotidianamente la sua energia creativa nel confronto con l’altro e le istituzioni, consapevole che quello che semina anche in piccola parte rimarrà per sempre.


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